Jean-Pierre LE FÈVRE

Jean-Pierre LE FÈVRE

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Quando i suoi amici parlano di lui, parlano della sensibilità, della fragilità e dell'angoscia che caratterizzano Jean-Pierre LE FÈVRE tanto quanto della sua ostinazione nel trovare la pietra filosofale del colore, espressione della sensazione...

Dal suo periodo Canteleu (1961-1973), offre paesaggi luminosi molto vicini alla "Scuola di Rouen". Nel 1982-1983, dopo lo shock del suo incontro con il Giappone, i colori, la grafica, l'Oriente, un Oriente rivisitato in seguito durante un viaggio in Cina, sono colori laccati, sottili tinte piatte, toni caldi; di fronte all'Asia, Jean-Pierre LE FÈVRE trova serenità e senso della materia, già una piccola eternità! Un'altra tentazione di evasione è legata ai suoi soggiorni al Sud, soprattutto in Portogallo!

La luce intensa del Sud lo porta a cercare il controluce! Le silhouette diventano talvolta delle figure alla Giacometti, scure, nere, che si stagliano contro l'intensità dei colori caldi del paesaggio e gli conferiscono il suo lato tragico! Il Portogallo di Le Fèvre non è tuttavia lontano dalla sua nostalgia della Normandia rurale e del mondo dei marinai, che è ancorato in lui fin dall'infanzia. Gli piace riscoprire i gesti, gli atteggiamenti e i modi di fare, conservati ancora vent'anni fa!

La figura umana è molto presente nel lavoro: molti schizzi cristallizzano istantanee di vita, alcuni sfociano in quadri sorprendenti per la loro volontà di sublimare esseri semplici, quasi frustrati, o atteggiamenti molto intimi! Egli osserva il lavoro, i gesti della "vita umile dal lavoro noioso e facile" soprattutto quando questo permette di inserire i movimenti nella composizione. In questa serie di figure spesso viste di spalle o con volti volontariamente incompiuti, è un'umanità che dalla Normandia all'Asia si inserisce nelle uve di luce e colore per occupare lo spazio.

Le fonti della creazione rivelano l'importanza del disegno, la ricchezza degli studi, degli schizzi e dei numerosi disegni che nutrono le sue composizioni. Ci permettono di situare meglio Jean-Pierre Le Fèvre nelle correnti e negli stili dell'arte! La visione completa del suo processo creativo sottolinea infatti la capacità di sintesi di questo artista figurativo che non è né letterale né carico! Confrontando i suoi disegni e i suoi dipinti si nota una mutazione, un'astrazione dei dettagli, un dominio dei toni e dei colori sulla forma dell'inizio. Certamente il suo disegno, il suo desiderio di catturare il gesto, lo avvicina a Jean-François Millet e quindi alla tradizione! La sua attenzione alla vita quotidiana, la sua nostalgia del suo universo intravisto durante l'infanzia, lo avvicina anche a questo grande, grandissimo uomo del XIX secolo.

Tuttavia lo "stile Le Fèvre" raggiunge la sua piena originalità, la sua specificità nell'alchimia del colore. Più avanza, più i suoi colori diventano inimitabili, con tutta la scienza dei laboratori, combina, sovrappone... il suo uso dell'acrilico gli permette un virtuosismo, tuttavia, quando ci si avvicina all'opera, i colori formano un "patchwork" di infinite tonalità e sfumature. La sovrapposizione dei toni ci avvicina all'arte medievale. La pittura acrilica crea gli effetti della pittura pre-Van Eyck, la "Tempera". Questo è il segreto della modernità di LE FÈVRE: la creazione di nuovi colori ed effetti tonali combinati con la libertà di interpretazione della natura dei lissatori o vetrai del XV e XVI secolo.

Jean-Luc DUFRESNE (estratti)
Dottore in storia dell'arte
Ex curatore del Musée des Beaux-Arts de Saint-Lô

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